Fibrillazione atriale: scelta del trattamento antitrombotico


Dal momento che la terapia antitrombotica orale ( TAO ) è più efficace della terapia antiaggregante piastrinica, ma si associa a un maggior rischio emorragico e a numerose difficoltà logistiche, la scelta del trattamento antitrombotico più opportuno deve essere basata principalmente su tre criteri: 1. la stratificazione del rischio tromboembolico; 2. la qualità della TAO attuabile; 3. il rischio emorragico del singolo paziente; questo è fondamentale per ridurre al minimo il rischio emorragico e ottenere il massimo dei risultati.

Una gestione coordinata della TAO, come quello attuata nei Centri di anticoagulazione, è sicuramente in grado di migliorare la sicurezza e l’efficacia della terapia riducendone le complicanze.

Il rischio emorragico connesso alla TAO nel singolo paziente è il terzo elemento da considerare nella scelta. Le emorragie maggiori o minori sono infatti la complicanza più importante della TAO e in particolare il rischio di emorragia cerebrale risulta aumentato di 7-10 volte.

Attualmente, le linee guida europee e americane raccomandano nei pazienti ad alto rischio la TAO con Warfarin ( range INR 2-3 ) ( Coumadin ) e nei pazienti a basso rischio l’Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) ( 81-325 mg/die ).
Nei pazienti a rischio intermedio la scelta tra la TAO e l’Aspirina è discrezionale e deve essere basata sulla stima del rischio emorragico individuale e sulla fattibilità di un monitoraggio sicuro della TAO.

Nei pazienti in cui un rischio emorragico elevato controindichi la TAO, può essere utilizzata come profilassi tromboembolica della fibrillazione atriale l’associazione Clopidogrel ( Plavix ) e Acido Acetilsalicilico, unica strategia attualmente disponibile, sebbene lo studio ACTIVE W ne abbia documentato l’inferiorità rispetto a Warfarin e un’incidenza di emorragie doppia rispetto al trattamento con la soal Aspirina. ( Xagena2010 )

Fonte: Linee guida AIAC 2010 per la gestione e il trattamento della fibrillazione atriale, 2010


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